Sperimentare l’arte. Viverla. Conoscerla. Percepirne coi sensi in modo diretto e pieno la vera e profonda essenza.
Un onore. Un dono che solo pochi hanno l’onore di vivere e di cogliere.
Oggi mi pongo e mi faccio testimone diretta di questo diventando io stessa testimone dell’opera unica di Loredana Raciti presentata presso il Museo di Palazzo Merulana di Roma, che accoglie, a partire dal 20 novembre 2019, la Mostra Collettiva “APOLIDI/ Identità non disperse”.
Un’esposizione ricca di pathos e di emozioni che vuole mostrare la complessità della modernità delineando un percorso retorico di identificazione e di ricerca della nostra più profonda identità che, come donne e uomini, molte volte rischiamo di perdere perché coinvolti, raccolti e – a volte – assorbiti dalla complessità e dall’eccessiva omogeneizzazione della società moderna, fatta di modelli standard che cercano di imporsi con forza sopprimendo le nostre specificità personali.
Qui, all’interno della Mostra, la cui direzione Artistica è stata curata da Antonietta Campilongo, domina in modo indiscusso per bellezza e dimensione, il Trittico pittorico di Loredana Raciti dal titolo “MADRE TRINITÀ”.
Un’opera eclettica, moderna che unisce in modo irreverente e puro concetti profondi alla base della vita, della generazione e dell’essere umano.
Conosco personalmente Loredana, l’ho vista lavorare, sviluppare la sua opera.
Fermarsi e meditare. Riflettere. Attuare il processo vero e completo di introspezione da cui Madre Trinità ha preso forma e vita.
Un percorso artistico e creativo lungo e complesso che si è snodato in distinte fasi evolutive di lavorazione delle tre tavole che compongono l’opera.
Una composizione tecnicamente complessa che vede l’unione di conoscenze, strumenti e applicazioni diverse.
L’arte non è sola rappresentazione e espressione dell’idea artistica, ma anche comunicazione della stessa. Il non verbale del dipinto si è unito alla musica, al canto e alla fisicità del ballo che hanno visto l’artista come prima ballerina protagonista.
Tale performance ha scandito la presentazione della grande opera di Loredana che oggi vive dinnanzi agli occhi di un pubblico che non può non emozionarsi e riflettere.
Testo critico a cura di Domenica Giaco “Loredana Raciti, rivela con ferocia, ma senza morale. Un candore nudo e spietato, che dal tratto, apparentemente infantile, non palesemente traspare. È in lei, in arte, una sintesi estrema del linguaggio ad argine di una dirompente carnalità esistenziale, e quel che può apparire la fiaba, come labirinto, nasconde la crudele realtà…“