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Un nuovo passo con la mia D-Sign @Diana

Oggi Diana ci racconta la sua emozionante esperienza al Cafè Des Artistes di Milano dove ha presentato la sua collezione..
Una testimonianza personale, fatta di emozioni e di “essenza viva” da cui emerge in modo tantigibile l’amore e la passione con cui Diana porta avanti la sua D-Sign…
Ascoltiamola…

“La prima cosa che sempre penso, mentre scendo quei pochi scalini che separano i vivaci corridoi che si diramano tra le sale del ristorante, dalla sala seminterrata, è: “quale aromi accompagneranno quelle tristi, ma al contempo evocative, note di blues che riecheggiano tra le volte dallagrodolce profumo di pittura e legno?” Sì, forse la potremmo chiamare, affettuosamente, follia, ma per me rimane un buon modo per distendere la tensione nella coscienza e nella consapevolezza che, da lì a poco, le mie creazioni saranno oggetto di una sfilata; e così mentre sento l’orgoglio “ruggirmi in petto”, con la forza di cento leonesse, le mie gambe tremano come burattini al vento…
Pochi scalini, degli ancor meno percorsi, mi separano dalla passerella, e mentre compio gli ultimi passi già intravedo i primi volti degli ospiti, dei curiosi e degli artisti che, tra sorrisi, quasi d’obbligo, mi ricordano, con forza, un pensiero ricorrente: “quando arriverà il mio turno?”
Poi una voce famigliare e il ritorno alla realtà: la modella che mi accompagna mi ricorda, con fermezza, che a breve tocca a noi, i capi da provare, e ancor prima da aggiustare, il tintinnare dalla pochette dei trucchi e una goccia di sudore che scorre lungo la schiena, mi ricorda che il presentatore, oratore d’altri tempi, sta presentando la serata, e mentre le ultime voci si spengono, ferme ad ascoltare la lunga lista di ospiti e artisti che animeranno levento, tra me e me mi ripeto, come un mantra  “questa sera ci sarà la televisione, e nemmeno un capello, o un filo, dovranno essere fuori posto”.
E così, mentre ci giostriamo tra ombretti e rossetti, attente nel dosare il giusto trucco, no aspetta mi dice la modella, stai più leggera, nella mia testa, come in galleria, rimbombano le mille voci degli artisti che mi precedono, mentre attendo, in un istante senza fine, il sopraggiungere del mio turno.
Poeti, scultori, pittori, musicisti e poi un suono famigliare, forse più un eco che rapidamente si fa strada nella mia testa e scoppia improvviso come unatomica: D-Sign Collection!
Il gracchiare del microfono non ha in alcun modo alterato la mia percezione, la chiamata è certa così come lo è il mio portamento, fiero e sicuro. Ma dovè finita tutta quell’ansia che precedeva questo momento?! Ci affacciamo così da quel magico luogo, dai confini rassicuranti, dove i miei effetti personali sono sistematicamente adagiati, e ci mostriamo sull’improvvisata passerella, confinata dagli angoli tondi dei tavoli, e riecheggiata dai volti incuriositi degli spettatori: comincia la sfilata.
Penso che a tutti, prima o poi, sia capitata quella straordinaria sensazione di vivere un incomprensibile svuotamento nella mente: nessun pensiero, nessuna voce dentro di noi, ma solo una  soffice sensazione di vitalità. 
Nessun inciampo, nessuna distrazione, lo sguardo fiero davanti a me mentre sfilano protagoniste le mie creazioni, i miei abiti trasformabili, il mio orgoglio; solo due capi, due modelle e così tanti vestiti diversi? 
Con passo leggero e sicuro, e un invisibile battito di palmo, cedo una, due, tre volte il cambio alla modella e lei, senza batter ciglio, prosegue diritta sulla mia stessa strada. Ci scambiamo dei pezzi dei nostri abiti: adesso lei indossa la “faccia” che portavo prima io, la faccia del mio vestito, ed io la sua… Giacca da giorno, abito da sera, maglia corta, tubino nero… tutto questo siamo noi, mille facce e una sola personalità, desiderosa di esprimere la propria vita, le proprie emozioni, in continuo cambiamento, in continua trasformazione…
Quanto sia durato credo sia impossibile stabilirlo, pochi secondi o uneternità, ma poco cambia.
La magia è un confine della mente che se per casualità, o per volontà, superiamo ci fa vivere, anche solo per un momento, un’altra vita.
Per me la moda è arte, viverla è una vera magia…”

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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