Eccomi qui oggi con Filippo Crosara, owner dell’azienda BabyCross specializzata in abiti per bambini e ragazzi. L’imprenditore, che ha sviluppato attraverso la sua linea marchi propri quali Special Day, T-Love e Officina51, aventi dei target specifici, è un grande conoscitore del mercato, della sua storia ed evoluzione e mi conduce in un processo di scoperta di come la moda bimbo—ragazzo sia cambiata, da ieri a oggi…
Partendo dalla consapevolezza che l’abbigliamento per bambini è una parte sempre più importante nel mondo della Moda è interessante capire come sono cambiati i vestiti per bambini. Se da una parte, anticamente, questi dovevano rispondere ad esclusive esigenze di igiene e praticità, soprattutto per i genitori, dall’altra, oggi, i vestiti per bambini sono espressione della personalità del bambino stesso, tanto che non è più solo la madre a sceglierli, ma i più piccoli.
Partendo dall’Ottocento si evidenzia come prima non esisteva distinzione tra abiti per maschi e femmine, fino almeno ai quattro anni… Bambini e bambine vestivano in modo identico, con un pratico abito a gonna lungo fino ai piedi. L’unico elemento che distingueva vestiti indossati era l’abbottonatura, posteriore per le bambine e anteriore per i bambini. Nonostante dai quattro gli abiti iniziavano a diversificarsi, non esistevano veri e propri “vestiti per bambini”.
Per anni la moda bimbi è stata la vera copia di quella degli adulti: le bambine indossavano tuniche lunghe e i bambini calzoni lunghi, giacche cravatte e panciotti.
I primi cambiamenti avvennero con l’introduzione di alcuni nuovi tessuti, dopo la Rivoluzione Industriale… gli abiti iniziarono ad essere prodotti in serie, confezionati e acquistabili all’interno di negozi e grandi magazzini. In questo modo i bambini potevano finalmente indossare qualcosa di semplice e pratico, ideale per le loro esigenze di gioco e divertimento.
Un ruolo importante, nella definizione della moda bimbo è stata quella dei c.d. “abiti da marinaretto”. Questi outfit, oggi ancora in voga, affondano le loro radici nel corso del XIX secolo quando questa tipologia di vestito, chiamata “marinare”, si diffuse sempre di più tra i bambini. Uno stile composto – per lui – da blusa color blu scuro, con collo bianco annodato davanti e grande e quadrato dietro, pantaloni corti fino al ginocchio e i calzini, sempre corti, bianchi o blu.
Le bambine, invece, vestite in maniera, portavano una gonnellina a pieghe, sempre corta.