Oggi ci dirigiamo nell’affascinante terra sarda, in un piccolo paesino del Medio Campidano, alla scoperta di Silvia, appassionata di moda, ma soprattutto di gioielli.
Silvia Cauli, 34 anni, amante dell’arte, laureata in scienze dei Beni culturali con indirizzo archeologico titolare della qualifica come guida turistica.
L’arte e la cultura costituiscono due ingredienti fondamentali della vita di Silvia, una sorte di eredità che si tramanda di generazione in generazione. La stessa creativa afferma “provengo da una famiglia di persone creative: mio nonno materno dipingeva, realizzava a mano i fuochi d’artificio e lavorava il legno, come tutta la sua famiglia…” Silvia si ferma un attimo, mi guarda e aggiunge “anche mia madre ha sempre dipinto, ricamato, e cucito così come le sorelle e i fratelli… io e mio fratello abbiamo ereditato l’interesse per le attività manuali fin da piccoli…”
Silvia mi racconta, quindi, che la sua passione per i gioielli era presente fin da quando era bambina, sebbene si manifestasse solo sotto forma di disegni di donnine e principesse, nonché le protagoniste delle storie che scriveva e che descriveva (oltre che rappresentare) sempre agghindate con sontuosi gioielli.
Fino ai ventiquattro anni Silvia si è dedicata principalmente al disegno, ma poi, a causa degli impegni universitari e dello studio, per qualche anno ha dovuto “accantonare” questa passione, finché grazie ad una sua amica francese che le regalò un paio di orecchini realizzati all’uncinetto ha ricoperto la sua grande antica passione per i gioielli.
Nel 2012 Silvia è passata dalla creazione di gioielli in pietre naturali e uncinetto alla tecnica del soutache, che ancora oggi interpreta secondo il suo giusto personale e le ispirazioni del momento. Per la realizzazione dei propri gioielli la giovane usa pietre naturali, cristalli swarovski, tessuti e pelli in particolar modo di recupero, che acquista da eccedenze di laboratorio.
I gioielli realizzati da Silvia si rivolgono ad un target rappresentato da donne con carattere e personalità, che amano giocare con la moda, sono soprattutto donne affermate, in carriera, con una personalità forte personalità, attente ai simboli e all’ambiente.
Silvia è consapevole della complessità del mondo che ha dinnanzi e tra queste evidenzia quella di riuscire a distinguersi efficacemente in quanto l’offerta è ormai è satura e il mercato ricerca costantemente qualcosa di nuovo. Secondo Silvia la sfida non è però solo proporre qualcosa di nuovo, ma anche riuscire a tutelarlo.
Parlando delle sue creazioni la creativa afferma che la linea a cui è più affezionata è quella dedicata alla Sardegna, denominata Sandalia (nome con cui i greci definivano la Sardegna) che ripropone una rielaborazione di alcuni simboli tradizionali con la tecnica del soutache, come per esempio la corbula e il bottone sardo.
Silvia ambisce a farsi portavoce di uno stile di vita ad alto tasso ecologico, di uno stile produttivo slow, dove ogni gioiello è carico di un significato anche simbolico.
Dove trovare Silvia e le sue creazioni? Al momento Silvia vende su Etsy, tra poco sarà disponibile il suo sito web, e attualmente i suoi gioielli sono disponibili presso tre punti vendita in Sardegna.