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Sharing economy

Oggigiorno il fenomeno della sharing economy si sta sviluppando sempre di più tra le aziende di vari settori. Con l’aiuto di Internet, le persone scambiano i propri beni immateriali e beni materiali sottoutilizzati con denaro contante o gratuitamente, creando un nuovo modello di business.

Ad oggi non esiste ancora una definizione precisa e univoca del concetto, quali servizi racchiude e quali sono realmente le sue implicazioni e gli impatti ai diversi livelli. I termini “sharing economy” e “consumo collaborativo” sono i più usati per descrivere questo fenomeno, ma ce ne sono molti altri. Nel 2015 la definizione di ”sharing economy” è stata ufficialmente inclusa nell’Oxford English Dictionary, che definisce il termine come: ”un sistema economico in cui beni o servizi sono condivisi tra privati, gratuitamente o a pagamento , tipicamente tramite internet”.

Diversi studiosi hanno analizzato i driver e le esigenze che hanno portato all’emergere di questo nuovo modo di fare impresa. Da quando le persone hanno iniziato a vivere in comunità, hanno condiviso i loro beni con la famiglia, gli amici e i vicini (Belk 2014b; Schor 2014). Con la crescita di Internet, sono stati creati numerosi nuovi modelli di business e tipi di società che hanno notevolmente facilitato il commercio (Schmuck 2015). Gli utenti possono ora prestare e prendere in prestito oggetti da estranei grazie a Internet, che ha ridotto drasticamente il costo delle transazioni tra le parti (Frenken e Schor 2017). La maggior parte delle transazioni commerciali in questo modello sono meno costose di una transazione comparabile tra partecipanti che acquistano prodotti e servizi nel campo economico “tradizionale” (Möhlmann 2015). Inoltre, la crescente scarsità di risorse, l’urbanizzazione e i cambiamenti sociali e demografici contribuiscono tutti al potere della sharing economy (Zilahy 2016). Una base approfondita sugli elementi ambientali, sociologici ed economici dell’economia collaborativa è fornita da Böcker e Meelen (2016). Sostengono che la crisi finanziaria del 2007-2008 abbia indotto le persone a ripensare alle proprie abitudini di spesa e al valore della proprietà, motivo per cui l’economia della condivisione ha guadagnato popolarità in quel periodo. Aziende come Uber hanno offerto un’opzione allettante per le persone che hanno perso il lavoro e volevano scoprire nuove prospettive di lavoro (Kathan, Matzler e Veider 2016). Le forze più significative alla base di questa economia, secondo Puschmann e Alt (2016), stanno cambiando il comportamento dei consumatori (la tendenza dalla proprietà all’accesso), i social network e i mercati elettronici (transazioni peer-to-peer), i dispositivi mobili e i servizi elettronici (l'”economia dell’app” o l’acquisto tramite i nostri dispositivi elettronici).

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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