La Red Economy è un modello di economia basato sul consumo di massa e sulla totale assenza di politiche di sostenibilità. L’economia rossa è quindi associata all’economia lineare. Dove materiali ed energia vengono continuamente immessi nel sistema economico con impatti negativi sull’ecosistema. È caratterizzata da consumi a basso costo, con prodotti che non tengono conto delle risorse del futuro e dei loro scarti, con enormi danni all’ambiente. Un esempio perfetto può essere: Shein, definita “veloce, economica e fuori controllo” da Vauhini Vara su Wired. Shein è una società di vendita online di fast fashion cinese. Recentemente ha basato la sua economia su prezzi molto bassi, migliaia di nuovi capi e accessori ogni giorno e una potente strategia di influencer marketing. Si tratta di un sistema di moda ultraveloce. Si tratta cioè di un flusso costante di nuovi prodotti e nuovi modelli, con prezzi incredibilmente bassi. Oltre a non rispettare le norme sui diritti umanitari, utilizza componenti gravemente nocivi per l’ambiente e per l’uomo.
La Green Economy attua una serie di politiche di sostenibilità, che vanno ad aumentare la responsabilità delle aziende verso la riduzione dell’impatto sull’ambiente. La Green Economy mira alla crescita di politiche sostenibili, quindi la sua attuazione richiede maggiori investimenti da parte delle aziende, per questo non è così diffusa. Il progetto Hyperloop, relativo ai treni a lievitazione, lanciato da Elon Musk nel 2012, è un esempio di green economy. Questi treni consumerebbero un quarto dell’energia utilizzata dalle soluzioni esistenti, oltre ad avere un basso costo di installazione e a ridurre notevolmente i tempi di trasporto, diminuendo la distanza tra le città.
È qui che entra in gioco la Blue Economy. La Blue Economy si basa sul concetto che il modello di business di un’azienda deve riflettere il modus operandi del sistema naturale. Questi prevedono, da un lato, l’utilizzo delle risorse primarie, il riutilizzo di ciò che viene scartato, ma dall’altro deve essere in grado di svilupparsi, di essere costantemente competitiva e di ascoltare le esigenze del mercato. Un esempio di blue economy viene dal professor Jorge Reynolds, inventore di un nuovo pacemaker senza batterie, difficili da riciclare. Grazie alle conoscenze acquisite sul funzionamento degli organismi viventi in relazione all’ambiente, ha trovato un modo per far funzionare il pacemaker, utilizzando la temperatura corporea e la pressione generata dalla voce.
Così, la natura diventa l’ispirazione per cambiare il modello di business. Nel 2010 l’economista Gunter Pauli ha pubblicato il libro “L’economia blu: 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro”, in cui descrive perfettamente l’idea in cui la natura è il cambiamento del modello di business. Egli introduce il concetto di “cascata di nutrienti ed energia”, secondo il quale un’azienda deve essere in grado di operare simulando il comportamento di una cascata. Da un lato l’energia utilizzata non deve avere alcun tipo di impatto sull’ambiente, infatti una cascata rilascia una forte energia senza colpire in alcun modo l’ambiente; dall’altro, la cascata e la corrente trasportano i nutrienti attraverso gli altri organismi dell’ecosistema. Ciò significa che un’azienda deve essere in grado di ottimizzare l’uso di tutti i materiali e di evitare gli sprechi, per favorire l’economia locale attraverso il riutilizzo dei prodotti. È importante completare la transazione ecologica. Infatti, evitare il consumo di combustibili fossili per la produzione di energia riduce l’inquinamento e protegge l’ambiente. Lo sviluppo economico e tecnologico deve puntare a questo obiettivo. Ecco perché anche la blue economy è molto importante.