Incontrare persone, raccontare storie è una passione e, oramai, anche uno stile di vita.
Mi piace crescere con gli altri, interfacciarmi con loro.
Oggi vi racconto, con un’intervista, la storia di Chiara.
Chi è Chiara? Mi chiamo Chiara Avezzani ho 44 anni, sono nata e vivo a Milano. Sono sposata e madre di due bambini.
Cosa fai nella vita? Sono una re-fashion designer, cioè creo e cucio abiti unici partendo da vestiti esistenti, upcycled e vintage. Mi ispiro all’arte e alle sfilate cercando di portare dettagli nuovi e contemporanei.
Cosa significa per te la parola moda? Per me la moda è comunicazione. Gli abiti che scegliamo ed indossiamo, perfino le combinazioni che creiamo dicono tantissimo su di noi, sulle nostre idee, sulla nostra visione della vita ma anche sul nostro umore e sulla nostra sensibilità. Tutto ciò è poi quello che mostriamo agli altri, il primo impatto che abbiamo sulle persone che interagiscono con noi.
Da quando e da cosa è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Sono sempre stata una persona creativa, le mie passioni sono la musica e le arti in genere. Occuparmi di moda, che è il mio lavoro dal 2012, non è altro per me che un ulteriore modo di esprimere la mia creatività e generare arte e bellezza. Per di più, indossando le mie creazioni, i miei clienti possono a loro volta vestire ed esprimere queste idee e farle loro.
Secondo te quali sono le nuove prospettive del futuro della moda? Per me il futuro della moda è quello non più della produzione forsennata e standardizzata, ma un recupero e una valorizzazione di ciò che c’è già, capi, modelli e materiali. A volte, parlando con delle colleghe, ci diciamo spesso che se recuperassimo e riutilizzassimo tutti gli abiti, i tessuti e la passamaneria esistenti vestiremmo ampiamente le generazioni a venire. Una visione dunque sicuramente sostenibile e circolare, un nuovo modo di incanalare energie fresche e creatività. Anche, direi, uno modo di guardare la realtà che ci circonda, perché questo vale per la moda come per tutti gli ambiti della vita, il mio mantra è infatti: “Si fa con ciò che si ha e non con ciò che si spera di avere (cit.)” Decisamente una filosofia di vita.