Quando parliamo di settore della moda non possiamo prescindere dal fatto che sia un business di tipo industriale, prima di tutto, e come tale, risponde a delle precise logiche di efficienza e di efficacia dal punto di vista economico.
All’interno di questo contesto le aziende devono operare secondo i principi di economicità, ricercare economie di esperienza e di scala, pertanto, le necessità di ottemperare alle dinamiche del mercato, le porta necessariamente ad attuare scelte non sempre sostenibili.
Il business del tessile, che coinvolge le industrie che soddisfano le crescenti esigenze dei consumatori dal punto di vista di varietà, qualità e requisiti tecnici, si pone come uno tra i principali settori economici, in termini di profittabilità, ma si connota anche come uno dei più inquinanti.
Ad oggi si connota come il secondo settore più inquinante [dal punto di vista idrico, produzione di rifiuti e di CO2] dopo quello petrolifero, in quanto genera impatti negativi a livello sia sociale che ambientale.
Il suo significativo impatto ha creato la necessità di muoversi verso modelli di business più sostenibili
L’esistenza di una moda sostenibile è di notevole importanza perchè:
- il consumo di moda è molto diffuso nelle economie industrializzate
- la moda è fondata sulle tendenze e il prodotto ha un ciclo di vita molto breve, che porta a un elevato accumulo di rifiuti spesso non biodegradabili
Un modello di moda più sostenibile risponde alla necessità di:
- ridurre l’impatto ambientale generato dal settore
- un nuovo profilo di consumatore «moda» più evoluto e attento al rapporto qualità - prezzo, alla ricerca di maggiori garanzie nella qualità intrinseca del prodotto e nella tracciabilità della filiera
L’industria della moda, negli ultimi anni, ha così cercato di offrire al consumatore un prodotto più pulito in quanto l’azienda moda oggi, per sopravvivere deve, quindi, proporre al mercato un prodotto che sia fashion e allo stesso tempo sostenibile