Grazie a The Way Magazine per l’articolo sul mio nuovo libro
Moda sostenibile, l’esperienza italiana
Importante è accrescere la sensibilizzazione della matrice sostenibile anche all’interno stesso del fashion business. Lo approfondisce nel libro “Moda sostenibile” Francesca Rizzi, contributor di The Way Magazine, che questo mese esce con il frutto di mesi di ricerche durante i lockdown.
“La prima parte del libro racconto perché è importante la sostenibilità nel mondo della moda – ci dice Francesca – mentre nella seconda parte racconto quanto hanno fatto alcune personalità per avvicinarsi a questi obiettivi eco-friendly. Ho raccolto anche pareri di Marina Spadafora e Orsola De Castro che sono rispettate influencer dell’ambito fashion, e molti altri soggetti specializzati nell’ambito della moda. Vorrei che venisse fuori da questa lettura anche la prospettiva di cambiamento dei diretti interessati e una riflessione su quanto potenzialmente si può fare ancora”.
Nel testo “Moda sostenibile” poi ci sono 22 storie di start-up che operano nel fashion system, di attori nel business che agisce attorno alla vendita dei capi: dalla produzione ai soggetti che favoriscono il processo di approviggionamento alla creazione di prodotti ricercati contro il fast fashion, che in alcuni casi favoriscono utilizzo di materie locali e
La responsabilità del processo produttivo fa cambiare la prospettiva a questi imprenditori perché i prodotti sono più a lungo termine, con un grado di ricerca di materie prime molto alto. Costano di più, vero, ma hanno minore impatto ambientale e sociale. Lo slow fashion italiano, in definitiva, produce meno quantità di prodotti e c’è molta ricerca alla base. Al produttore costa di più, ma durano di più. “Storie di piccoli e grandi marchi – dice Rizzi – che provengono da tutta Italia con caratteristiche di molta dinamicità. Sono molto fiera di questa mia opera perché ci sono importanti testimonianze proprio in questo momento in cui il mondo della moda ha intrapreso la strada del rispetto ambientale”.