Abbiamo deciso di creare il collettivo una sera di luglio, Lucrezia Moro ed io, dopo aver chiacchierato per ore sui nostri sogni e le nostre necessità. In un periodo storico fortemente complesso, sentivamo la necessità di portare qualcosa di positivo, di colorato, di terapeutico alla società.
Ci eravamo conosciute grazie ad una cara amica, Karen Modeo di rén collective, e sin da subito abbiamo notato delle caratteristiche e delle passioni comuni, che non sempre appartengono a chi si occupa di moda.
In maniera del tutto spontanea abbiamo creato una piccola chat con alcune colleghe, nella quale abbiamo iniziato a scambiare informazioni e organizzare ordini collettivi di materie prime.
Ognuna in modo diverso e con il proprio percorso è arrivata a scegliere le arti della tintura naturale come lavoro. Per molte di noi la ricerca è stata un’evoluzione, lenta ma costante, nel cercare di ridurre l’impatto ambientale delle nostre produzioni, con la consapevolezza che quella della tintura sintetica è una delle operazioni più inquinanti dell’industria tessile. Inoltre siamo coscienti che come imprese e attività siamo chiamate a produrre valore ambientale e sociale, oltre che meramente economico: ad essere inserite in maniera attiva e proattiva all’interno del tessuto sociale.
Il Collettivo Tintura Madre è nato, quindi, come un progetto spontaneo, aperto e autogestito. Ben presto hanno aderito tintori, professionisti della moda, stampatori, artisti tessili, botanici, chimici o semplici appassionati di queste arti antiche. Hanno aderito amiche come Bruna Cattano di Rizma Project, Isabella di Pastellificio Sanfilippo o Raffaella di La Piantalana. Ma anche grandi professionisti riconosciuti a livello internazionale hanno sottoscritto il manifesto, come il maestro Alessandro Maria Butta o Marco Fantuzzi.
L’obiettivo principale del Collettivo è quello di difendere e promuovere le arti tintorie e il patrimonio botanico utilizzato nei suoi processi; ma anche di creare un ambiente virtuale in cui poterci scambiare informazioni, in cui condividere le gioie e i dolori di questo lavoro.
Le arti tintorie hanno molteplici sfaccettature e applicazioni, portando con sé secoli di storia e tradizioni. I pigmenti di origine naturale hanno origini antichissime: prima di essere impiegate in campo tessile venivano utilizzati oltre 15000 anni fa in campo artistico, come pittura corporale e ornamentale – ne abbiamo esempi nelle grotte di Lascaux in Francia e in quelle di Altamira in Spagna. Ogni popolo ha sviluppato tecniche in accordo con il patrimonio botanico di cui disponeva e le necessità sociali.
In campo tessile ci arrivano testimonianze dell’utilizzo di tinture e pigmenti già da Plinio il Vecchio, che nel suo Naturalis Historia racconta i metodi e le tecniche dei popoli del Mediterraneo, riportando descrivendo fra le altre alcune tecniche egiziane.
Le arti tessili e tintorie raccontano, quindi, una storia di sperimentazione e ricerca, di scambi commerciali e collaborazioni. Queste tecniche, infatti, sono sempre state in bilico fra esigenze espressive, arte e competenze tecnico-chimiche.
Il collettivo si muove con la forte intenzione di portare ai più giovani e fragili questa conoscenza, fatta di appartenenza, scambio e relazioni. La nostra intenzione è quella di tessere relazioni virtuose con istituzioni, scuole ed enti pubblici, orti botanici, accademie e università, nell’obiettivo di valorizzare il patrimonio botanico locale e contemporaneamente educare ad utilizzarlo correttamente nelle tecniche tessili ed artistiche.
Come professionisti siamo inoltre chiamati ad impegnarci per ascoltare le voci dei giovani, che ci chiedono di ridurre le emissioni e la carbon footprint, ma nel contempo fornire loro un’alternativa reale di produzione, che non solo sia di minore impatto ma possa creare un circolo virtuoso di recupero degli scarti produttivi di altre industrie – agricola e alimentare – per realizzarne tinture.
Gli obiettivi che ci siamo poste sono sicuramente ambiziosi, ma proporzionati all’urgenza delle sfide ambientali e sociali che tutti siamo chiamati a risolvere.