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Francesca Marchisio

Francesca Marchisio racconta la sua storia e il suo brand…

 

Come è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Fin da quando ero piccola accompagnavo mia mamma e mia nonna a Torino per scegliere i tessuti degli abiti che mi avrebbero cucito. Era divertente abbinare i colori e i materiali. Mi piaceva molto disegnare e riempivo le vecchie agende con bozzetti che ritraevano i look che vedevo in tv, all’epoca era molto in voga Lady D, quindi da qualche parte ho disegni dei suoi outfits più famosi. Ma disegnavo anche case, organizzavo finti spettacoli, mettevo nelle cassette della posta biglietti con frasi che sensibilizzassero le persone verso la cura dell’ambiente. Mi è sempre piaciuto allargare la creatività in più ambiti.

 

Raccontaci l’inizio della tua attività… La mia attività di freelance nasce nel 2004 in seguito alla grande e bella esperienza nel gruppo MaxMara. Ero giovanissima e volevo essere libera  sperimentare ambiti diversi e molti uffici stile: dalle grafiche streetwear a prodotti sartoriali, dallo styling per moda a quello per arredamento, finché nel 2007 vinsi il concorso Next Generation di Camera Moda che mi convinse a concentrarmi su una strada precisa.

Come mai hai deciso di focalizzarti sulla realizzazione di abbigliamento? Ho scelto la strada dell’abbigliamento per comunicare e trasmettere i valori in cui credo. La moda è ineffabile e concreta allo stesso tempo: si tratta di un processo molto complesso che parte da pensieri ed emozioni, si traduce con molti passaggi sartoriali in oggetti tridimensionali, e torna infine a suscitare emozioni continuando la sua storia indosso alle persone.

 

Chi sceglie il tuo brand? Le persone che guardano dentro e colgono i dettagli, non a caso i miei modelli sono quasi tutti reversibili. Durante la pandemia mi sto impegnando a comunicare valori come Coerenza e Conoscenza e come questi siano strumenti indispensabili  per arrivare ad una moda consapevole, per “liberarci” dai concetti di quantità e di tendenza, non più necessari.

 

Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? La moda, dal mio punto di vista, è uno stato mentale, uno stile di vita: noi viviamo negli spazi e nei vestiti che scegliamo per stare bene. Mi ispiro al concetto di libertà intesa come coesistenza di diversità, alla consapevolezza che tutto si trasforma, ciclicamente. Indossare abiti è ricercare un benessere che non è mai scontato.  La soddisfazione più grande è quando le persone, attraverso i miei modelli, colgono al volo i miei pensieri.

Parlaci della scelta dei materiali… I materiali sono fondamentali per un modello perché in base ad essi si definisce la forma, il tipo di lavorazione e il colore. Come in architettura i materiali costituiscono l’essenza della forma e dello stile. Toccare è un’azione istintiva che ci permette di entrare in contatto con la realtà. Fibre naturalmente sostenibili come il lino e la canapa hanno una consistenza e un’estetica inimitabile, oltre che un’azione naturalmente benefica per l’ecosistema. Un tessuto di lana può variare la sua estetica, mano e performance in base alla torsione dei filati da cui è composto…questo per dire che oltre la natura dei materiali, la differenza la fanno le tessiture più contemporanee, unione di tradizione e tecnologia.

 

Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? Le sfide aumentano sempre di più. Oltre a dover coniugare creatività con razionalità e mediare tra progettualità e prototipia, creare un brand significa creare un mondo che si possa rinnovare seguendo una linea riconoscibile, seguire i temi di attualità per comprendere i movimenti culturali e sociali. Nel 2021 è necessario tradurre il proprio stile con una strategia commerciale e di comunicazione adeguata, e questo spesso comporta intraprendere nuove strade, rischiare molto.

A quale target di clientela ti rivolgi? Credo che il mio target sia trasversale per età, sesso e classe sociale. SI tratta di una nicchia di persone che intendono la moda in modo diverso da quella che viene comunicata, che non sono “influenzati” passivamente. E anche in tema di sostenibilità sanno comprendere l’autenticità di alcuni prodotti rispetto ad altri promossi dalle propagande sponsorizzate.

 

Progetti per il futuro? Sto lavorando su un progetto che nasce nella logica dell’Up-cycling e dell’unicità, totalmente Made-to-order. E siccome per creare è necessario accogliere il mutamento, in futuro chissà cosa succederà, oltre l’abbigliamento.

Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? Sul mio sito c’è la pagina Shop con una selezione di prodotti divisi per tematiche. Sto definendo diverse collaborazioni su piattaforme online, una tra queste MustHad, e alcune boutique con cui collaboro storicamente sono tornare a scrivere ordini, un nome tra tutte, Jofre boutiques in Spagna.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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