I volti delle donne 2.0
Grande successo della mostra I volti delle donne 2.0
Oltre 300 persone all’ex Conventino durante le giornate contro la violenza di genere
Un atto di accusa. Una provocazione. Una schiera di volti di donne belle e energiche per dire basta alla violenza.
Questa la scelta dell’Associazione Culturale “I Ricci” per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre ogni 25 novembre. Una scelta che ha portato all’ex Conventino circa 350 persone.
La mostra collettiva “I volti delle donne” ha infatti raccolto i volti di donne comuni immortalate nelle fotografie di Angelo Chinosi, Luigi Tonani, Antonio Cremonesi, Maria Serena Bongiovanni, Laura Carioni, Photo Club Punto di Vista, Paola Desiderato, Cristiano Guida e Luigi Mazzucchi. All’interno della rassegna anche “I volti acqua e sapone” della designer lodigiana Monica Zucchelli, in arte Mo’Kika e le voci poetiche di Paola Emma Tosi.
A colpire come un pugno allo stomaco è stata certamente l’esposizione proposta da Photo Club Punto di Vista con le foto di 36 donne immortalate tutte nella medesima posizione. Immobili. Scioccate da un video che proprio il gruppo fotografico ha voluto far vedere. Un video forte che racconta di violenze e donne sole.
A parlare è solo l’ombra alle loro spalle che rivela una mano alzata per dire a gran voce basta.
A lasciare interdetti è stata invece l’opera esposta di Cristiano Guida e Luigi Mazzucchi. Il loro Us, cioè noi, ha ritratto donne più o meno famose in una texture di bianco e nero capace di appiattirne democraticamente i vissuti per far uscire a gran voce una cosa sola: NOI.
Le donne ritratte da Maria Serena Bongiovanni, Laura Carioni, Angelo Chinosi, Antonio Cremonesi, Paola Desiderato e Luigi Tonani sono donne dinamiche con sguardi rivolti verso il domani. Sono donne colte nella loro quotidianità, in dialogo con il mondo che le circonda.
La mostra è però continuata. Infatti l’8 dicembre l’artista Alberto Mesiano ha portato in Piazza Duomo a Milano una panchina di legno su cui chiunque poteva lasciare un messaggio di coraggio contro il femminicidio. Intorno alla panchina le 36 foto scattate da Photo Club Punto di Vista. Una sorta di barriera creata dalle foto per proteggere simbolicamente la panchina per dire BASTA.