Questa è la storia di Francesca Caridi, 40 anni, nata nella calda Reggio Calabria, ma romana d’adozione. Lei, appassionata di moda da sempre, al punto che a ventidue anni ha lasciato gli studi di architettura e si è iscritta ad una scuola di moda, è oggi una bag designer emergente.
Questa scelta professione è la chiara rappresentazione di come Francesca abbia deciso pienamente di assecondare la sua predisposizione nel creare borse, affascinata da sempre da questo accessorio che è, secondo lei è un vero e proprio contenitore dei segreti, delle virtù, dei vizi e di tutte le unicità che una donna racchiude dentro di sé.
Ai fini di raggiungere questo obiettivo e di perseguire la sua strada la giovane si è trasferita da Reggio Calabria a Roma ed è “partita con le sue borse in valigia”, portandosi dietro anche “una buona dose di ingenuità e timidezza”. Nonostante le complessità niente poteva fermare Francesca che “bussava alle porte” e non si scoraggiava sebbene le difficoltà e la “chiusura di alcune di queste porte”.
A definire un momento e un cambiamento importante nel percorso creativo di Francesca è stata l’assunzione da parte di una casa di moda. Parlando di questa esperienza Francesca afferma “Ero al settimo cielo, finché non capii cosa veramente stavo andando a fare: la mera esecutrice.”, poi continua “Non era richiesta la mia creatività, nulla di me sarebbe stato in quegli oggetti. Dopo un anno, mi sono licenziata. Fu uno dei periodi più difficili della mia vita, mi sentivo sola e avevo tutto contro: la famiglia, il lavoro e la città. Per quattro anni mi allontanai volutamente dalla moda e dalle mie borse, per mantenermi feci moltissimi lavori… lavoravo tanto, facevo sempre tardi, pur di tenere la mente impegnata. Più tentavo di occuparmi le giornate per non pensare, più stavo male, non dormivo la notte: non ero tranquilla, facevo incubi in continuazione e alla fine scoppiai.” Francesca mi guarda. È emozionata e continua “Ricordo però anche l’esatto giorno in cui tutto cambiò. Ero fuori per delle commissioni, quando ad un certo punto, mentre ascoltavo “Revolution” dei Beatles, mi fermai davanti una vetrina di un famoso negozio di stoffe, c’erano quattro volti che mi fissavano: erano i visi dei Beatles perfettamente ricamati su una grandissima stoffa… la parola Revolution della canzone continuava a riecheggiare nei miei auricolari, così senza pensarci entrai e comprai quel meraviglioso pezzo di arte…tutto mi tornò alla mente, l’entusiasmo che avevo quando arrivai a Roma. Mi sono chiesta “come ho fatto a rinunciare alla creatività, al mio sogno?”.
Dopo questo episodio Francesca è tornata a casa e ha rispolverato la sua macchina da cucire e con quella stoffa ci fece una borsa… da quel momento lei era di nuovo pronta a creare, così come se le sue mani “non avessero mai smesso di cucire.”
Conosciamo ancora meglio Francesca e la sua The lost Bag…
Il processo creativo. Presentaci il tuo alla base dello sviluppo di ogni linea… Quali emozioni provi quando crei?“È difficile spiegare a cosa si ispira una persona come me, quando si immerge nel processo creativo. Sai, tutto può essere una vera fonte di ispirazione, uno stato d’animo, una canzone, una forma percepita in modo differente, un film, un racconto che mi porta indietro nel tempo… Ad esempio la mia ultima collezione si ispira ad periodo in cui mi sentivo in balia delle onde della vita, alcune alte e calme, altre arrabbiate e spumeggianti come le raffigurazioni di Hokusai.”
Parlaci del naming del tuo brand…ha un significato preciso? Quale? “Perchè “The Lost Bag”? Quando ero piccola giocavo sempre con le borse di mia madre, perché sentivo che racchiudevano al loro interno tutti i suoi segreti. Ne ricordo perfettamente una a cui ero particolarmente legata, la portavo sempre con me, finche un giorno la persi. Ancora oggi cerco quella borsa, la cerco sempre ormai in ogni mia creazione.”
Chi sceglie il tuo brand? A quale target di clientela ti rivolgi? “Le borse che creo sono sostanzialmente pensate e destinate a chi le sente, a coloro che colgono quella magia che racchiudono.”
Progetti per il futuro?“Se devo essere sincera parlare di progetti sul futuro non rientra nella mia personalità, nelle mie corde. Sai, così come diceva una delle più grandi ed amate stiliste, Coco Chanel: “la moda passa lo stile resta” quindi, io credo che se vogliamo chiamarlo progetto per il futuro, la mia speranza è proprio quella che le mie creazioni siano in grado di mantenere il loro stile nonostante il tempo.”
Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Attualmente potete trovare la mia ultima collezione sul sito www.thelostbag.it”