La storia di Miseon ha inizio molto lontano dall’Italia, nell’affascinante e poco conosciuta Corea del Sud.
Miseon, classe ’63, era la più piccina della sulla famiglia, cresciuta contesto in armonia coi tre fratelli nonostante il contesto economico di dopo guerra. Fin da quando era piccola, Miseon ha presentato una peculiare attrazione verso l’arte in generale al punto che si è laureata in Arti & Mestieri e ha successivamente conseguito il Diploma di Moda presso “The Institute of Kook-je” di Seoul.
Dopo i primi anni di lavoro la designer ha scelto di intraprendere un’esperienza professionale all’estero al fine di rafforzare ulteriormente il proprio background. Indecisa tra Parigi e Milano, le due capitali europee della Moda, ha prediletto la meta italiana dove si è diplomata presso l’Istituto Europeo di Design (IED) e l’Istituto Marangoni, mentre imparava la lingua italiana, che l’affascina particolarmente. A completare la formazione italiana di Miseon è stato il corso di modellismo presso l’Istituto Callegari di Rimini.
Oggi Miseon è la mente e l’anima del suo brand, scopriamolo insieme…
Come è nata la tua passione per la moda… “Per quanto possa ricordare, ho sempre avuto una forte attrazione per la moda, una sorta di vocazione. Se devo essere sincera mi ricordo molto bene persino i primissimi vestiti che ho ritagliato… ho usato le tende di casa e devo ammettere che la reazione di mia madre non è stata “completamente positiva”. Questo però non mi ha scoraggiata per nulla, anzi… è stato proprio in quel momento che decisi che avrei fatto di tutto per diventare stilista.
Raccontaci l’inizio della tua carriera come designer… “Ho iniziato la attività professionale a Seoul dove ho svolto l’attività di stilista di maglieria per circa cinque anni. In seguito al il mio trasferimento a Milano e per una decina di anni, ho svolto una lunga serie di collaborazioni con degli studi stilistici anche rinomati (italiani e coreani). Con la nascita di mio figlio ho deciso di iniziare a preparare delle collezioni di maglieria per alcuni maglifici italiani con i quali ero già in contatto e a frequentare regolarmente le fiere di Milano e Firenze.”
Presentaci la tua linea e la tua ispirazione…“La mia linea è il risultato di una fusione, è il connubio tra la filosofia orientale e l’ottima manifattura italiana: vuole essere essenziale e allo stesso tempo sportiva ed elegante. La mia vera e massima ispirazione è la libertà in quanto la libertà si vuole rispecchiare e riflettere nei miei vestiti che non devono opprimere e che siano indossabili/adatti ad ogni momento della giornata.”
Parlaci del messaggio che desideri comunicare…“Come il mio logo, che ricorda un màndala e che – quindi – ambisce a divulgare un messaggio fortemente positivo, voglio comunicare un senso di equilibrio, armonia, felicità, forza e continuità. Ambisco a trasmettere un proposito positivo: non lasciarsi sconfiggere, lottare (anche duramente) ogni qualvolta si incontrano le difficoltà. Credo che la vita sia troppo breve per lasciarsi sopraffare da qualche cosa o da qualcuno.”
Parlaci del naming del tuo brand…ha un significato preciso? Quale? “Maison significa casa in francese, ho scelto questo nome perché voglio accogliervi a casa mia, nel mio mondo. “Mi” significa bella mentre Seon significa buona. Da questo connubio nasce “Mi Seon” che non è altro che il mio vero nome. Pertanto, Maison Miseon è un ottimo proposito.
Inoltre, anche il nostro logo ha un perché e una connotazione fortemente positiva: l’ottagono richiama la simbologia del numero otto che corrisponde al ritmo perfetto dell’armonia e della felicità ed è universalmente considerato come il numero dell’equilibrio cosmico. Questo numero, ruotato di 90° è il simbolo dell’infinito dove il tempo, simboleggiato dalla clessidra, non finisce mai; mentre la goccia è il simbolo di natura e creazione. Come raddoppio del numero 4, l’otto è un numero pragmatico che mette in evidenze le doti del leader.”
Chi sceglie il tuo brand? “Se devo stare alle statistiche, direi che i nostri clienti sono individuati all’interno di un’ampia fascia di età, si vogliono bene, amano la vita, hanno un reddito medio/alto e una forte personalità. In effetti, il mio è stato creato da una persona che, a 55 anni, ha deciso di rimettersi in gioco. Pertanto, il mio cliente tipo sa che cosa vuole, ha personalità, non ha paura di prendere delle decisioni, è sicuro di sé e, pertanto, si immedesima nel Brand. Inoltre, il mio cliente è conscio di acquistare un prodotto unico, ad edizione limitata, fatto con la massima cura, e non certamente un articolo di massa a basso costo, realizzato con una quantità industriale sfruttando la manodopera di quei paesi sottosviluppati. Anche in questo il nostro cliente si identifica per differenziarsi dagli altri. Si fa sempre in tempo ad indossare quello che indossano tutti.”
Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? “Reputo che la sfida più ardua è senza dubbio quella di rimettermi in gioco a 55 anni dopo aver praticamente messa in standby la mia attività a seguito della nascita di mio figlio. In effetti, in Corea come in Italia la famiglia è molto importante e non ho esitato a mettere da parte il mio lavoro per fare crescere mio figlio, oggi ventenne. Oggi mi sento e sono realizzata come mamma e moglie, e questo mi ha reso una donna più forte di prima, davvero capace di scegliere di rimettere in mano la sua vita professionale. Dal punto di vista del brand, la difficoltà maggiore è riuscire a farlo conoscere. Il mio – sebbene italiano – è un brand nuovo che deve confrontarsi e lavorare in un contesto molto competitivo. Nonostante questo, sono certa che l’attenzione per il cliente, per la qualità delle materie prime utilizzate, il rispetto per l’ambiente e l’etica, l’eccellente manifattura italiana e un pizzico di pensiero orientale siano una ricetta vincente.”
A quale target di clientela ti rivolgi? “La scelta del target è molto complessa. È stata una scelta molto difficile ed impegnativa; il mio target di clientela non ha volutamente un’età specifica, le mie creazioni sono sempre fresche e vogliono trasmettere positività e allegria, anche per il logo spesso ben in vista.”
Progetti per il futuro? “Stiamo ricercando in tutta Europa delle boutique multimarca in cui proporre le nostre creazioni. Vogliamo creare una catena di franchising… quindi… non esitate a contattarci a tale scopo perchè siamo alla ricerca di collaboratori per questi progetti! Siamo aperti al mondo intero e proprio per questo ci siamo presentati inizialmente solo tramite l’e-commerce. Poi, diciamolo, il mio brand è un mix di parti del mondo: io sono nata in Corea del Sud, mio marito in Francia e mio figlio nella Repubblica di San Marino. Più aperti di cosi… Dimenticavo…abbiamo qualche altra iniziativa che proporremo a breve e che stiamo definendo proprio in questo fine anno. Poi, trattandosi di un progetto innovativo non vogliamo anticiparla…seguiteci!”
Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Le mie creazioni possono essere acquistate dal sito www.maisonmiseon.com in un negozio situato nella Repubblica di San Marino. Seguiteci sul nostro sito alla pagina “Store locator” che aggiorniamo tempestivamente. Al momento, sono molto incerta se affidarmi a qualche marketplace internazionale; prediligo un rapporto il più diretto possibile con la clientela e l’e-commerce e le boutique gestite da persone di mia fiducia sono i canali che previlegio!
Da non dimenticare!
Qualche novità nel fashion a livello internazionale? “Certamente, non più tardi della scorsa settimana sono stata invitata dalla rivista online per prodotti tessili, abbigliamento, pelle e tecnologie (https://tok-bg.org/) a visitare la primissima edizione della fiera TexTailorExpo 2018 (http://www.textailorexpo.com) intitolata “Tendencies and innovations in the Textile and Fashion Industry” che si è tenuta presso la storica fiera internazionale di Plovdiv (Capitale Europea della Cultura 2019) in Bulgaria. Risulta molto interessante osservare alla nascita di un polo di moda che si auspica di diventare un nuovo punto di riferimento a livello internazionale. Mi sono trattenuta con l’Ing. Daniel Angelov e abbiamo parlato dello sviluppo del settore della moda in Bulgaria che potrebbe riservare delle sorprese interessanti….”