Sogni e difficoltà. Momenti di alti e bassi sono quelli che caratterizzano la vita di ognuno di ogni e di ogni designer.
A volte crediamo che essere creativi, artisti sia semplice. Non è così.
Le sfide e le “battaglie” che devono essere combattute ogni giorno sono numerose.
Partecipare ad un evento. A chi lo vede “dal fuori” può sembrare facile. Non è così. Alla base di ogni attività, di ogni iniziativa a cui partecipa un fashion designer ci sono innumerevoli oneri che per noi, che non viviamo direttamente il “retro” del palcoscenico, non possiamo – o meglio – non siamo portati a considerare.
Oggi mi prendo un caffè con Leonardo Ligorio, fashion designer pugliese e studente dell’accademia, che oggi si divide tra la sua attività professione e l’essere studente. Confrontarmi con lui è molto interessante perché mi permette di comprendere meglio quale sia il vero “mondo” del fashion system e quali sono le difficoltà e le sfide che, quotidianamente, chi è agli esordi si trova a dover affrontare…
Sogni e aspettative. Molte volte si guarda al mondo della moda vedendone solo il “risultato finale” e dimenticarsi tutto il retro e l’insieme delle attività. Cosa significa essere oggi un fashion designer? “Credo che ambire, aspirare al modo della moda sia un sogno che fa gola a tante persone, fashion designer, ma non solo. Reputo che tenda a identificare questo come un mondo facile. Non è così. Se guardo alla mia storia (non ho una formazione iniziata sin dal principio in tale settore) dico che è un modo complesso. Io non essendo nato come fashion designer percepivo un senso di mancata completezza che mi ha portato – negli anni passati – di decidere di “chiudere il cerchio” completandomi e formandomi anche negli studi presso l’Istituto Cordella di Lecce. Grazie a questo percorso e istituto ho avuto la prova che il mondo della moda non è per tutti, ma solo per chi ha davvero il coraggio di affrontare, ricercare, ricercarsi (soprattutto). Reputo che oggi – purtroppo – la parola FASHION DESIGNER venga utilizzata con poca consapevolezza, poca rispetto a chi davvero conosce il significato di tutto ciò e vive “mangiando”, respirando, ricercando, un mondo che spesso non viene compreso da molti. Secondo me il concetto di moda di oggi è al disopra di ciò che realmente alla gente piace (la diversità) non è spesso comprensibile a tutti e questo è soprattutto un bene.”
Partecipare agli eventi. Attività fondamentale per riuscire ad aumentare la propria visibilità. Quali sono gli onori da sostenere per un fashion designer? “Eh, bella domanda. Partecipare agli eventi… Su questo quesito credo che si potrebbe scrivere un vero e proprio capitolo. Se vado ad analizzare il contesto in cui vivo, la realtà con cui mi confronto posso dire che mi trovo dinnanzi ad un mercato dato dagli eventi moda inflazionato, fatto da un insieme di persone, organizzazioni ed enti che promettono “castelli dorati e luci della ribalta” che per quegli stilisti che sono da poco tempo all’interno del vero e proprio fashion system possono apparire come lo strumento per diventare il nuovo DIOR. Questa però è solo apparenza perché la vera realtà è molto diversa. Una parte del mondo eventi e dell’offerta non è nient’altro che un contesto in cui gli organizzatori fanno di tutto per lucrare sul lavoro altrui e per guadagnare sfruttando le idee altrui. E tu stilista cosa ottieni? Probabilmente nulla. Un vero e proprio “pugno di mosche” pur avendo speso – in alcuni casi – cifre allucinanti che partono dai 5oo fino ad arrivare ai 15oo euro…”
Partiamo dal tuo caso specifico. Fashion designer e studente. Come concigli questi due ruoli importanti e fondamentali? Quali sono le difficoltà maggiori? “Parlando del mio caso specifico… come è normale che sia ci sono delle difficoltà, così come ce ne sono come in tutti i campi e in una vita che “va veloce”… proprio per questo motivo ti ritrovi obbligato ad essere sempre un “passo avanti”. Reputo che in questo campo il vero segreto sia investire costantemente su se stessi per una formazione impeccabile a 36o gradi…”
Come reputi il sostegno degli enti (pubblici e privati) verso voi, imprenditori di voi stessi, agli esordi? “Mi viene da ridere alla tua domanda! Gli enti pubblici? Quali sono? Dove? E lo stesso vale anche per quelli privati purtroppo. L’univo vero e concreto sostegno è quello che ognuno può dare a sé stesso in modo personale sia in termini di formazione che esperienza. Credo che la formazione che si può ottenere frequentando un ente privato si notevolmente superiore rispetto a quella che si può ottenere da un ente pubblico. Inoltre, non ci sono veri e proprio enti pubblici specializzati in questo ambito.”