Mariolina. Donna della moda. Una passione che le “scorre nelle vene” sin da quando era bambina e che ha avuto un ruolo determinante nella sua vita.
Una donna eclettica, curiosa, sempre alla ricerca di novità e conoscenza. Ecco chi è Mariolina, fashion designer che ha testato direttamente differenti campi del fashion business. Dall’abbigliamento al Patchwork, dal Patchwork ai Teddy bears in pelliccia ecologica e alle bambole di pezza tridimensionali sin ad approdare in quello che è il suo attuale modo…quello della gioielleria.
Un’artista su cui si potrebbe “scrivere un libro”…
Conosciamo insieme Mariolina…
Come è nata la tua passione per la moda? “Fin dall’adolescenza sono stata attratta dalla moda, a 12 anni confezionavo abitini per le mie Barbie, cucivo con una vecchia Singer a pedale della mia nonna e usavo avanzi di stoffa e tutto quello che attirava la mia fantasia. Poi, da ragazza imparai a lavorare a maglia ai ferri e all’uncinetto tanto che ai tempi dell’università mi confezionavo maglioni e golfini, avevo sempre un progetto in esecuzione. A 24 anni decisi di abbandonare l’università di Scienze Naturali e di iscrivermi all’istituto Marangoni per seguire la mia attitudine creativa e così mi diplomai stilista di moda. Ho lavorato nel settore fino alla maternità, quando nacque il mio secondo figlio scelsi di occuparmi di loro a tempo pieno, vivevamo in campagna e ai tempi era complicato lavorare fuori casa 10 ore al giorno e crescere due bimbi. Non mi sono mai pentita di quella scelta anche se ho rinunciato alla “carriera”, oggi i mei figli sono due persone fantastiche e mi ripagano ogni giorno con grandi soddisfazioni.”
Una vita nella moda. Dal l’abbigliamento alla gioielleria. Parlaci di questo passaggio… “Mentre i ragazzi crescevano e facevo la “mamma” ho sempre trovato il tempo per esprimere la mia creatività. Nei primi anni ’90 mi appassionai al Patchwork, allora semi sconosciuto in Italia, compravo libri dall’America e confezionavo coperte, cuscini, pannelli. Nel ’96/97 scrissi dei manuali didattici sull’argomento per la De Vecchi Editore di Milano, non ne esistevano ancora nella nostra lingua. Realizzavo anche Teddy bears in pelliccia ecologica e bambole di pezza tridimensionali, le vendevo ad un negozio qui a Milano. Tenevo corsi creativi per privati, scuole ed associazioni insegnando tecniche come: Patchwork, Decoupage, Bambole e Pupazzi, decorazioni per la casa con nastri. Insomma, ho spaziato per anni nei lavori creativi manuali, compravo quantità industriali di libri (al tempo la parola tutorial su youtube non faceva ancora parte del nostro linguaggio) sui vari argomenti che suscitavano in me la curiosità e sempre da autodidatta, cominciavo a sperimentare (adoro imparare sempre cose nuove) fino a possedere una discreta capacità di esprimere la mia fantasia in modo personale.”
Raccontaci l’inizio della tua carriera… “Nei primi anni 2000 avvenne la svolta, seguii un corso di Cristallo terapia, amavo già, dai tempi dell’università, il mondo dei minerali, e lì mi si riaccese la fiamma! Pensai…“se invece di comprarli li facessi io collane e bracciali?”.. Di nuovo libri, sempre dagli Usa (loro erano “avanti” nel craft), pietre dure forate, e tutti gli attrezzi necessari. Poi ore e ore di esperimenti, prove, fallimenti e lamia passione cresceva. La tecnica che usavo per realizzare i miei bijoux era il “wirework”, e cioè fili metallici(argento e rame) lavorati con pinze e martelli. Tra il 2008/2009 nasce così Petra Handmade Jewellery, il mio sogno,il mio progetto di business imprenditoriale. Nel frattempo ampliavo le tecniche, apprendevo l’uso dei metalli e degli strumenti per lavorarli come trapano, seghetto da orafo, frese, lime… Il 2018 segna una svolta. Ho cominciato ad usare le saldature, fin qui ero sempre stata restia a farlo per un semplice motivo, la sfida era riuscire a creare un gioiello senza saldature che comunque fosse stabile, indossabile e duraturo nel tempo, ora dopo 10 anni non è più una “sfida” e sento la necessità di ampliare le possibilità creative, di tornare a sperimentare e raggiungere altri traguardi.”
Cosa vuoi comunicare tramite i tuoi gioielli? “Bella domanda. Sicuramente l’amore per i prodotti artigianali, il valore aggiunto di un oggetto realizzato totalmente a mano, spesso un pezzo unico, anzi sempre un pezzo unico perchè in virtù del fatto di essere realizzato manualmente, ha la pecurialità di avere dettagli diversi, piccole differenze che distinguono un pezzo dall’altro.”
Parlaci della scelta dei materiali… “Come ti dicevo, amo i metalli, la loro duttilità, la capacità di riflettere la luce. I metalli sono vivi, modificano la loro struttura chimica in presenza di calore. È davvero affascinante vedere cosa fa il fuoco sui metalli. Poi le pietre dure, le gemme semi preziose, i cristalli contengono l’energia dellaTerra, sono vivi! Sono un’appassionata collezionista di minerali.”
Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? “La sfida maggiore è la capacità di distinguersi davvero. Oggi viviamo in una società dove la competitività ha raggiunto alti livelli, la sfida è trovare il proprio target e poi essere all’altezza di mantenerlo. Le difficoltà credo siano quelle di molti creativi e lavoratori autonomi, qui entriamo in un ambito dolente dovuto all’epoca di forte crisi che l’Italia sta vivendo.”
Ogni tuo pezzo è unico, pensato, voluto e realizzato con minuzia e dedizione. a quale linea/prodotto sei più legata? “Difficile rispondere a questa domanda.. così come giustamente dici ogni mio pezzo nasce perché mi piace, mi piace immaginarlo, mi piace disegnarlo e poi realizzarlo. Chiaramente sono molto affezionata ai miei pezzi “storici”, il bracciale “Fabric” per esempio, nato dall’idea di trasferire una tecnica della lavorazione patcwork per realizzare un bracciale. Sono anche legata ai miei anelli “Colored”, anelli in bronzo, argento o rame con grandi pietre dure incastonate senza saldature, ma tramite rivetti e connessioni a freddo (meccaniche). Gli anelli Colored segnarono il passaggio dalla lavorazione solo con fili all’uso di lamine di metallo…”
Attualmente stai attuando un’azione di rebranding. Parlaci di questa scelta… “I motivi principali sono due. Il primo ha una ragione di marketing, sempre per il discorso di distinguersi, e solo il mio nome completo può darmi questo, quindi Petra handmade Jewellery lascerà il posto a Mariolina Gasparini Jewels. Il secondo è il termine handmade, qualsiasi cosa fatta a mano è handmade! Il termine definisce tutto e niente, riporta la mente immediatamente a qualcosa avente a che fare con un hobby, con un prodotto fatto per divertirsi nel dopo lavoro. Questo è un mio pensiero personale, comunque sia la parola handmade non voglio più associarla al mio brand.”
A quale target di clientela ti rivolgi? “Il mio target, definito anche dalle statistiche sulle mie piattaforme social, è costituito da donne giovani o giovanili, con età compresa tra i 30 ei 50 anni. Sono donne sicure di sè, che amano gli accessori vistosi, grintose e anche un pò vanitose, donne che apprezzano anche il gioiello contemporaneo, non necessariamente realizzato in oro e brillanti o che magari hanno anche gioielli più classici, ma che si divertono a cambiare stile ogni giorno.”
Progetti per il futuro? “Sicuramente lo sviluppo e l’organizzazione di un mio sito e-commerce costituisce la mia priorità nella “lista progetti”, auspico di realizzarlo nell’anno in corso. Tra gli altri obiettivi frequentare un corso di progettazione 3D…”
Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Attualmente vendo online su Etsy, ma anche attraverso la mia pagina Instagram, Facebook (Petra Handamade Jewellery), rispondo sempre velocemente e stabilisco un rapporto diretto con le mie clienti per soddisfare anche richieste personalizzate.”