Da alcune settimane i media di mezzo mondo stanno pubblicando recensioni, indiscrezioni, dietro le quinte e, ovviamente, migliaia di foto relative al film dedicato alla famosa bambola Mattel. In uscita giovedì 20 luglio in Italia, l’nizio del tour promozione ha visto scendere in campo i marchi del lusso che hanno “fatto a gara” per vestire Robbie sul pink carpet, durante i photocall, le proiezioni speciali, le interviste video e gli eventi con i fan. In questi mesi l’attrice americana ha sfoggiato dozzine di creazioni ispirate al ruolo interpretato sul grande schermo, prontamente riprese on e offline in un flusso infinito di gallery, rubriche e articoli da far invidia ai tempi d’oro di Sex & The City.
Lo stylist personale di Margot Robbie, Andrew Mukamal, ha lavorato a stretto contatto con alcuni marchi, avendo spesso l’opportunità di usare abiti d’archivio come il look Gianni Versace del 1994 scelto per un evento a Sidney o i vari outfit provenienti dalla collezione Moschino primavera/estate 2015 che l’allora direttore creativo Jeremy Scott dedicò proprio alla bambola. In alcuni casi le maison hanno addirittura riprodotto degli abiti di Barbie: per la premiere di Seoul Balmain ha realizzato un look simile a quello di Barbie ‘Earring Magic’ del 1992, per quella di Los Angeles Schiaparelli ha disegnato un abito identico a quello di Barbie ‘Solo in the spotlight’ degli anni Sessanta. A Londra l’attrice ha indossato un vestito di Vivienne Westwood che riproduce con precisione quello della storica Barbie ‘Enchanted evening’. Parallelamente il gigante del fast fashion Primark propone t-shirt a 13 euro, costumi da bagno (15 euro) e orecchini (5 euro) con l’iconico logo di Barbie, l’immancabile rosa e un’ampia proposta di capi anche maschili. È appena arrivata nei negozi l’ampia collezione di Zara comprensiva di abbigliamento, accessori, pigiami, prodotti di bellezza e articoli per la casa. Attualmente sono inoltre presenti indumenti #Barbie anche negli e-shop di H&M,Ovs, Alcott e Kiabi. Probabilmente la lista comprenderà altri marchi low cost perché Barbie, come recita il martellante claim del film, “is everything”.