Sicuramente il bilancio di sostenibilità è il più noto della triade, oltre che, forse, il termine che viene utilizzato più spesso per riferirsi a qualsiasi forma di rendicontazione a tema sostenibilità.
In questo caso lo standard di riferimento è il GRI (Global Reporting Initiative), che fornisce alle aziende principi e indicatori utili per misurare e comunicare le proprie performance di natura economica, sociale e ambientale.
A differenza del bilancio sociale, il bilancio di sostenibilità non si limita ad analizzare e rendicontare esclusivamente il comportamento socialmente responsabile tenuto dall’azienda, ma allarga l’orizzonte ed entra più nel dettaglio, focalizzandosi sulle tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.
Chi adotta questa tipologia di reportistica vuole mettere in luce l’impatto che l’azienda genera in tutti e tre questi ambiti.
Gli stessi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del millennio hanno del resto messo in evidenza l’interdipendenza che lega in maniera indissolubile queste tre sfere, in origine considerate separate e distinte l’una l’altra.
Oggi è ormai risaputo che le azioni promosse dalle imprese in una determinata area, ad esempio quella economica, possono impattare con enormi conseguenze su altri ambiti, come ad esempio quello ambientale.
Di conseguenza, il bilancio di sostenibilità diventa un ottimo strumento “olistico” che permette all’azienda non solo di monitorare le azioni che attua e l’impatto che genera in ciascun’area specifica, ma anche di considerare e valutare con approccio integrato le interazioni che intercorrono tra le tre dimensioni prese in esame.