Quando si parla di un abito confezionato a mano, immediatamente il pensiero corre verso un’arte tutta nostrana, sviluppatasi all’interno delle sartorie italiane grazie al talento, al genio e alla bravura dei mestri del taglio e cucito.
Abiti su misura, espressione di unicità
L’elemento fondamentale, il primo vero punto di partenza, quando si parla di abiti su misura per distinguerli da un vestito confezionato, è il cartamodello personalizzato, creato dai rappresentanti della sartoria italiana rispetto al criterio di lavoro standard utilizzato dalle maison di moda.
Un’ulteriore evidente differenza è rappresentata proprio dal lavoro che contraddistigue il prodotto: da una parte la gestualità e l’attività manuale eseguita all’interno della sartoria italiana in contrapposizione alla produzione in serie tipica dell’industria manifatturiera.
In questo caso non si vuole esprimere un giudizio su quale delle due tipologie di lavoro sia la migliore.
Una cosa però è certa, nei tagli standard della produzione a mano, le sartorie italiane hanno acquisito un’indiscussa maestria. Certo, Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania hanno all’interno del loro mercato sartorie d’eccellenza, ma nessuna di queste padroneggia l’arte di rendere pregiato l’abbigliamento realizzato in maniera così perfetta come la sartoria italiana.
La sartoria italiana vanta infatti il primato nel saper dosare con cura l’ascolto dei trend della moda e la loro personalizzazione attraverso ago e filo, ricreando, ogni volta, magistralmente lo charme che da sempre ruota attorno a un abito fatto a mano.
È proprio questa la peculiarità della sartoria italiana. È il non andare alla ricerca affannosa dell’effetto e non utilizzare, ad esempio, macchine in grado di imitare una cucitura a mano, perché è semplicemente un mestiere, un’arte che già posseggono e che nessun attrezzo tecnico è in grado di imitare alla perfezione.
L’amore per tessuti sartoriali
Se un cliente entra in una sartoria italiana, si lascia ispirare dall’atmosfera dell’ambiente facendosi affascinare dalle barchette di tessuto, dalle bunch ricche di collezioni e dai cataloghi di figurini. E’ difficile che poi voglia tornare a un genere di produzione più industriale e impersonale.
Non si tratta di scetticismo, né tanto meno di un rifiuto a priori di un progresso tecnologico, è semplicemente il piacere nel vedere creare, passo dopo passo, un piccolo capolavoro all’interno di un luogo dove il tempo è rimasto immutato. Tutto questo, e molto altro, rappresenta la sartoria italiana.
Per informazioni più dettagliate, si rimanda all’articolo di approfondimento su “Carnet dialoga con la sartoria italiana” su Carnet, fonte autorevole in campo di tessuti.