Un mondo complesso e interessante è quello che ci racconta oggi la scrittrice emergente Raffaella Iannece Bonora.
Numerosi sono gli spunti che ci offre per mezzo di questa disquisizione.
Giornalisti/bookblogger: guerra all’ultimo inchiostro [parte 1]
- Negli anni ’60 si fantasticava su macchine volanti, nuovi pianeti, razze aliene, teletrasporto … e invece siamo ancora qui a bruciare carburante e distruggere le foreste, mangiamo la stessa spazzatura che produciamo, o produciamo quella che mangiamo va a capire, sappiamo che abbiamo bisogno di un cambiamento drastico, specialmente dopo e durante il covid19, ma insultiamo chi lo propone. No, oggi non son qui per parlarvi di ambiente, sono qui per parlarvi di libri.
“E perché tutto questo preambolo?”, che volete! A scuola mi hanno insegnato che i temi si fanno partendo dal cappello, svolgimento e chiusa. Il mio cappello è questo: viviamo in un mondo in continua evoluzione, tutti i giorni viene scoperto qualcosa di nuovo, tutti i giorni viene inventato qualcosa di nuovo, tutti i giorni qualcosa di vecchio subisce un’evoluzione e nascono nuove figure. Succede nella moda, negli affari, nella medicina, nel commercio, nell’istruzione e sì, signori miei, succede anche nella cultura, fatevene una ragione!
Da alcuni anni, in campo “libroso” (lo so che sullo Zanichelli il suddetto termine non è presente ma l’ho usato volontariamente per far arricciare il naso ai più bacchettoni) sono nate (il femminile non è casuale perché, non me ne vogliano i maschietti ma il 90% di loro sono donne) le BOOKBLOGGER.
Chi sono? Cosa fanno? Perché esistono? Ma, soprattutto, che male vi hanno fatto?
Partiamo dalla prima domanda: le bookblogger sono delle persone che amano follemente i libri, ne esistono di ogni genere, ci sono quelle molto giovani, quelle più mature, le lettrici onnivore e quelle che si specializzano solo in alcuni generi. Qual è l’elemento fondamentale per essere una bookblogger? Beh, elementare Watson: avere un Blog, senza quello puoi essere una, non so, booklover, una amante dei libri oppure una contributor, ovvero puoi scrivere recensioni per un blog che non è tuo ma senza un blog non puoi, assolutissimamente (Zanichelli disapproved) definirti bookblogger. NO. ENNE O.
Cosa fanno? Leggono e recensiscono libri. Detta così, però, è davvero riduttiva. Una bookblogger cura il suo blog peggio di come Cenerentola lavava le scale di casa, lo mantiene sempre aggiornato, parla con gli autori, stringe collaborazioni con scrittori e/o case editrici, pubblicizza i libri che legge, non promette recensioni sempre positive, è professionale, non regala cinque stelle alle amiche e una stella all’antipatico di turno, non è invidiosa dello scrittore di talento anzi, lo stima e fa di tutto per farlo crescere, tanto meno è un’Idra pronta ad attaccare gli autori meno dotati … scrive semplicemente pareri sensati, non legge un romanzo ma lo studia, prende appunti per poterlo poi recensire al meglio, a volte fa anche interviste agli autori, crea contenuti originali, gira dei video, il social più usato? Sicuramente Instagram è il loro regno, fra storie, post nel feed e IGTV … le bookblogger sono molto più libere e riescono a raggiungere più facilmente il vasto pubblico rispetto ad altre piattaforme.