C’è chi come lei, Francesca, che l’amore per la scrittura l’ha nel sangue, le sgorga tra le dita.
Un amore che la travolge e la porta a dedicarsi a questo con anima e grinta…
Ascoltiamola.
Dimmi perché ti piace scrivere…
La risposta corretta sarebbe: “perché non riesco ad esprimere in altro modo le emozioni…”
È una risposta banale, francamente, anche poco originale ma per una persona che non riesce ad esprimere emozioni è così.
Fin da quando ero piccola ho sempre dovuto essere forte e brava.
Non perché i miei mi pompassero con idee di superiorità, ma perché io mi sentivo in colpa verso di loro.
Ero una bambina che aveva problemi di salute e spesso ero ricoverata in ospedale: una volta tonsillite, l’altra peritonite e una altra ancora safenectomia.
Mia madre passava le giornate in ospedale, togliendo tempo a mia sorella ed al lavoro.
E io credevo che comportandomi da brava ed ubbidiente bambina potevo ripagarli.
Mi è sempre stato difficile abbracciare una persona, odio il contatto fisico: mi fa sentire a disagio.
Chi mi conosce bene mi ha sempre definito una persona che “vuole bene da dietro le quinte”.
Difficilmente dico ti voglio bene, anzi, praticamente mai…ma se qualcuno ha bisogno mi faccio in quattro.
E scrivere per me, è piangere, urlare, ridere e gioire della vita.
È abbattere la mia armatura, è mostrare il cuore.
Scrivo di tutto, prevalentemente emozioni.
Emozioni che non fermo mai: quando arriva un pensiero, io lo metto giù.
Spesso sui post-it, sui memo del pc, sui fogli di brutta e, lavorando in magazzino, anche sui cartoni.
A fine giornata, poi li scrivo sui social, non per una mia glorificazione personale o compiacimento: per avere un ricordo.
Un ricordo di un pensiero che in un momento mi ha occupato la testa.
I pensieri non puoi fermarli mai…e non posso permettermi di dimenticarli da qualche parte.
Così anche la lettura e i film. Adoro scrivere e conoscere la storia dietro ad ogni pellicola.
Un film che nasce da un libro ha una genesi differente da uno creato dalla mente di un regista.
Alcuni registi, come Muccino, sono capaci come pochi di trasmettere emozioni: dalla sofferenza più profonda al vero e proprio odio.
Kubrick invece è il visionario per eccellenza ma anche un regista che scava nel personaggio e, a volte, lo vessa al punto di esaurimento (Shelly Duvall in Shining fu vittima di vessazioni incredibili).
Come anche alcuni scrittori, come Poe o King, sono straordinari nello scavare le viscere dell’animo umano fino ad arrivare alla parte scomoda.
Scrivere e leggere sono il mio ossigeno e la liberazione da una realtà spesso difficile e dura.