Con settembre, per la fashion designer romana Gabrielle Delille si apre un nuovo ciclo fatto di novità e di prospettive…
Il suo principale focus, in vista del 2020, è accrescere la sua platea, rendendola sempre più internazionale.
“Mi piacerebbe arrivare ad un numero più ampio di persone attraverso il lancio di un sito, l’utilizzo di piattaforme per la vendita on-line e un più mirato ed efficace utilizzo dei social media. Vorrei, inoltre, esplorare territori diversi, al di fuori del nostro paese, partecipando a concorsi internazionali o fiere di settore. Penso che il guardare a quel che succede “fuori”, tenere viva una prospettiva contemporanea e globale, sia linfa vitale, vita pulsante, che nutre e arricchisce il discorso creativo”, dichiara Gabrielle.
La prospettiva di apertura verso un panorama internazionale risulta strettamente connessa ad una produzione artistica molto vasta e interessante, che si contraddistingue per la presenza di pezzi e collezioni che hanno come fonte primaria di ispirazione la natura, le forme architettoniche o le suggestioni dei viaggi realizzati.
“Molto spesso nelle mie collezioni mi ispiro a viaggi e a esperienze artistiche o culturali realmente vissute. Una mostra, un concerto o un’esposizione possono essere delle esperienze attraverso cui si sublima la produzione artistica.”
Collegandomi al discorso del mondo e dei viaggi, le chiedo quali sono le città che ama in particolar modo, che percepisce come più affini.
“Sicuramente Madrid, New York e Tel Aviv sono città con un’energia speciale: vive, moderne, dinamiche, cosmopolite e proiettate nella contemporaneità, nel confronto con la diversità. Questi modi di essere, questa fluidità e mescolanza, offre suggestioni preziose e spunti di riflessione originali per il tipo di gioiello e la donna che ho in mente quando creo”.
Le chiedo di farmi degli esempi concreti anche per quanto concerne eventuali mostre o paesaggi che l’hanno ispirata nel recente passato.
Gabrielle, afferma di essere stata molto colpita dalla retrospettiva sulle opere di Salvador Dalì, che si è tenuta quest’anno nella meravigliosa cornice dei Sassi di Matera; dall’esposizione sui kimono antichi giapponesi, presso l’Istituto di Cultura giapponese a Roma (espressione raffinatissima di eccellenza artigianale); dalle architetture di Stoccolma, con le loro forme geometriche, lineari e astrattissime; e, infine, dal mare lucido, color smeraldo, delle isole Baleari.
Infine, le domando se ci siano tecniche o expertises che le piacerebbe approfondire o imparare. “Assolutamente! Quest’anno nella prospettiva di ampliare le mie conoscenze, mi piacerebbe partecipare ad un corso o un workshop professionale riguardante le finiture e le patine sui metalli, applicati al gioiello contemporaneo.”