Vanessa Migliasso è una Fashion Designer veronese che prima di intraprendere i primi passi col suo brand si è formata nell’ambito artistico. La creativa ha, infatti, frequentato il Liceo Artistico di Verona per poi laurearsi in Fashion Design presso LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.
Oggi Vanessa è stata capace con passione e determinazione di sviluppare e creare il suo marchio che si contraddistingue per personalità e stile.
Refuse.Lab è oggi un brand che risponde ai criteri di sostenibilità.
Conosciamo insieme Vanessa e il suo Refuse.Lab…
Come è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Sin da quando ero una bambina sono stata fortemente stimolata ad esprimere la mia creatività. La passione per la moda, invece, è nata e si è sviluppata in un momento successivo ovvero quando ho veramente compreso che la moda è un luogo comunicativo, nonché mezzo per poterci manifestare agli altri, per riuscire a raccontare qualcosa di noi e – contemporaneamente – poterci distinguere.
Raccontaci l’inizio della tua carriera come fashion designer…La mia passione per la moda è proseguita anche in seguito all’ottenimento della laurea. In particolare, mi sono indirizzata verso la moda sostenibile, e ho così deciso di continuare il mio percorso dando vita nel 2018 a Refuse.Lab. Il mio è un marchio di abbigliamento sostenibile ed handmade. Refuse.Lab è, quindi, un laboratorio sartoriale all’interno del quale viene data una seconda possibilità a quanto viene considerato un’eccedenza tessile.
Come mai hai deciso di focalizzarti sulla realizzazione di abbigliamento? Nel mio percorso di studi ho avuto la fortuna di poter sperimentare e sviluppare davvero molti elementi dell’ambito della moda, dall’accessorio alla confezione di capi su misura femminili e maschili. Così ho deciso di focalizzarmi sulla realizzazione di capi su misura per riuscire a sviluppare maggiormente le mie attitudini progettuali e sartoriali.
Chi sceglie il tuo brand? Tutte le persone che sono vicine al pensiero etico legato alla moda sostenibile. Coloro che si pongono una questione su quello che indossano e vogliono diminuire l’accumulo di abiti per contribuire a salvaguardare il pianeta.
Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? Per mezzo delle mie creazioni desidero comunicare che è importante riuscire a “guardare oltre al capo” in sé come un semplice oggetto, bisogna analizzarne la provenienza, il lavoro impiegato per la sua realizzazione e i materiali usati.
Parlaci della scelta dei materiali… La selezione delle materie determina e guida tutto il successivo progetto. Per la realizzazione dei miei capi recupero qualsiasi materiale. Non creo abbigliamento con materiali nuovi, ma solo con eccedenze produttive pre o post consumo: questo significa che utilizzo tessuti di scarto recuperati da piccole realtà del mio territorio, oppure abbigliamento usato. In base al tessuto che recupero sviluppo e realizzo la mia collezione, ogni capo creato diventa quindi unico perché non replicabile se non per la forma, in altri materiali o in colori differenti. Questa scelta è vincolante ma in linea con la filosofia di contribuire ad evitare l’eccessivo accumulo di rifiuti tessili nel nostro pianeta.
Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? Ogni giorno nascono e si sviluppano nuove figure nel settore della moda, è un ciclo, un flusso continuo che segue il tempo e le persone. Le sfide e le difficoltà per una fashion designer indubbiamente sono molte. Per esempio, riuscire ad essere sempre aggiornati su quello che succede attorno a noi, analizzare quali sono le tendenze del momento, sviluppare la crescita personale e cercare di essere costanti nel lavoro.Sono tutte sfide e difficoltà che – in un certo senso – affiorano nel momento in cui ci si pone degli obiettivi e si cerca di raggiungerli, e quando si presenta una difficoltà. Nel mio caso cerco di affrontare le complessità nel migliore dei modi, tento di vedere il problema come un possibile valore aggiunto e determino la successiva importanza.
A quale target di clientela ti rivolgi? La mia clientela varia, il target generalmente è giovanile, non solo, anche persone interessate a capi particolari o chi si pone delle questioni legate alla moda etica.
Progetti per il futuro? I progetti per il futuro sono riuscire a continuare a svolgere questo lavoro oltre che innescare nelle persone una maggiore consapevolezza riguardo a quello che indossano quotidianamente.
Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? Oggi la mia è una piccola attività in crescita, non ho ancora uno shop online ma ho un profilo Instagram Refuse.Lab dove pubblico le mie creazioni. Per qualsiasi informazione sono disponibile sui canali instagram e via mail lab.refuse@gmail.com